Ro Chittarrin/Regole dell'ortografia zeneize

Ro Chittarrin, o sæ strofoggi dra muza de Steva de Franchi
Regole dell'ortografia zeneize


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REGOLE
DELL'ORTOGRAFIA ZENEIZE.

â Si pronuncia come aa e cioè un a strascinata. andâ andare, començâ cominciare, parlâ parlare ec.

æ ed œ Vale un e larghissima, e strascinata, andæ andate , començæ cominciate, parlæ parlate ec.

ao Dittongo vale ou toscani pronunciati distintamente, come grao grado, arraggiao arrabbiato ec.

e Si pronuncia regolarmente stretta, fuorché, inanzi la r, seguendo un'altra consonante, ove si pronuncia larga e strascinata, come in reversa rovesciata, terra terra, inferno inferno.

ê Vale un e stretta ma strascinata come ee, corrê corriere, Michê Michele ec.

ei Dittongo si pronuncia distesa, ma in guisa che si posi l’accento più sopra la e e quasi sentasi più la i, andei andai, mangei mangiai.

î Vale un i strascinata , come ii , come morî morire, finî finire.

ô Si pronuncia ora stretta ora larga, come fra i Toscani: ma la o stretta fra’ Genovesi suona come u fra Toscani, dorô dolore, corô colore ec.

o Pronome si pronuncia stretta, come, o disse, egli disse, ei disse. [p. iv modifica]

ó Si pronuncia larga e strascinata , córo cavolo, ónô onore, l’óretta aura, venticello.

ò Si pronuncia larga ma tronca e corta, farò io farò, anderò io anderò.

ô Stretta come u toscana, ma strascinata, Sô Sole, Dottô dottore.

oi Dittongo, in cui si sente più la i che la o, la quale si pronuncia stretta, come, doroî dolori, Dottoî dottori.

œü[1] Trittongo francese, come cœur, cœu cuore, o vœu egli vuole.

œii[2] Si pronuncia come œuü.

u Sempre stretta alla Francese , come puritæ purità, oscuritæ oscurità.

Delle consonanti in genere deve osservarsi, che quando sono raddoppiate si pronunziano come se fossero una sola e semplice, in maniera che la vocale antecedente pronunziandosi corta, e come abbattuta sulla consonante seguente raddoppiata, si viene a sentire questo raddoppiamento.

ñ Si pronunzia in guisa che alla vocale antecedente si lascia attaccato il suono di una n finale Francese, e poi ella suona come una n Toscana inanzi alla vocale seguente . Così nella voce peña pena, sereña serena, si pronunzia come se fosse pen- colla n finale Francese, e poi na toscana , pen-na, seren-na ec.

r Semplice in corpo della dizione, quando non accompagnata da altra consonante, precede [p. v modifica]ad una vocale, e negli articoli ro lo, ra la, ri li, re le, non si pronuncia, o pure si pronnucia sì dolce, che appena se ne oda un leggier mormorio. ma nel principio della dizione si pronuncia sempre, come in ræne ranocchi, regatta rigatta, Raffè Rafaele ec.

rr Si pronunzia come r semplice, strascinando però la vocale antecedente, come se avesse l'accento circonflesso, terra terra, afferra afferra ec.

s Si pronuncia sempre aspro alla toscana: ma inanzi alle consonanti e alla vocale i si pronuncia sempre col fischio di, sc Scignora Signora, Sctella Stella. Si eccettuano però le voci plurali de' nomi che hanno la terminazione singolare in sso, come passi da passo, bassi da basso, e parimente le voci di seconda persona de’ verbi terminanti in sso, come passi da passo passare verbo, abassi da abasso abbassare verbo, le quali voci si pronunciano con le ss mute alla toscana.

ss Nelle voci êsse, foîsse, foîssi, foîssimo, foîssan, dal verbo sostantivo, si pronunciano come una sola s, strascinando la vocale antecedente, e si dice foíse, ése, foísi, foísimo, e foísan.

scc Si pronuncia col fischio di sc soggiungendovi poi il suono chiaro di un'altra c, come scciavo schiavo sc-ciavo.

x Sempre come la j Francese nella parola deja già, dexe dieci, serexe cerase.
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z Si pronuncia dolce, ovvero come la s de’ Francesi fra mezzo a due vocali, usage, uso: zeneize, defeize, speize.

zz Si pronunzieranno replicate ma dolci, che partecipino della s, come lezze legge.

ç Con la zediglia vale come in Francese nella parola façon maniera, in Genovese façço faccio, braçço braccio ec.

  1. corezi: œu (G. Musso)
  2. corezi: ϟ (G. Musso)