ó Si pronuncia larga e strascinata , córo cavolo, ónô onore, l’óretta aura, venticello.

ò Si pronuncia larga ma tronca e corta, farò io farò, anderò io anderò.

ô Stretta come u toscana, ma strascinata, Sô Sole, Dottô dottore.

oi Dittongo, in cui si sente più la i che la o, la quale si pronuncia stretta, come, doroî dolori, Dottoî dottori.

œü[1] Trittongo francese, come cœur, cœu cuore, o vœu egli vuole.

œii[2] Si pronuncia come œuü.

u Sempre stretta alla Francese , come puritæ purità, oscuritæ oscurità.

Delle consonanti in genere deve osservarsi, che quando sono raddoppiate si pronunziano come se fossero una sola e semplice, in maniera che la vocale antecedente pronunziandosi corta, e come abbattuta sulla consonante seguente raddoppiata, si viene a sentire questo raddoppiamento.

ñ Si pronunzia in guisa che alla vocale antecedente si lascia attaccato il suono di una n finale Francese, e poi ella suona come una n Toscana inanzi alla vocale seguente . Così nella voce peña pena, sereña serena, si pronunzia come se fosse pen- colla n finale Francese, e poi na toscana , pen-na, seren-na ec.

r Semplice in corpo della dizione, quando non accompagnata da altra consonante, precede

  1. corezi: œu (G. Musso)
  2. corezi: ϟ (G. Musso)