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I.


                                        Sed ut adimpleatur sermo qui in lege corum scri-
                                            ptus est: Quia odio habuerunt me gratis.

                                                                                     S. Giovanni, xv, 25.


Metevelo ente a testa, cai me’ fanti,
Che ’r mondo i è sempre sta fato cossì:
Che che trionfa e i en sempre sta i breganti,
I fausi, i ladri, e quele gente lì.

Fè der ben, nossignoi, la ne gh’è santi!
L’è come piae mugee de vernardì;
Tuto ve va aa reversa, e a sè birbanti,
Carghi de vissi, e cen de prezumì.

Cose serva esse speci d’onestà,
Esse tuti daa parte dea razon?
I en messe dite! l’è a fatalità!

Sichè, a vorevo die, miè ’n po’ Gesù:
Dond’i è mai sta n’autr’omo cossì bon?
E pue i han ussù faghela anca a lu!