330 GIORNALE LIGUSTICO
uno doce fantineto,
chi lo mondo à in bairia.
Pregemora tuta via
20per ogni peccatore.
La vergen glorioxa
pinna de ogni belleza,
guardando a lo so fijo,
24aveiva grande allegreza.
Ella non aveiva drapi,
ni robe de richeza;
de povera robeta
28fasciava lo Creatore.
Ancoi si è compio lo tempo
chi tanto è dexiderato,
et li santi profeti
32l'aveivan anonciao:
lo doce Jexu Criste
in Bethleem si è nato,
li angeri si àn cantato
36canti de grande allegreza.
Gloria a Deo in celo
li angeri van cantando,
et alla bona gente
40in terra paxe anonciando;
li pastor si veiavan
lor bestie guardando:
Criste van cercando,
44chi è nato salvatore.
Li pastor trovan Criste,
chi in lo presepio iaxe.
L'angero glorioxo
48mandao da Deo veraxe,
chi li peccai perdona,
allo mondo si dà paxe,
li nostri cor abraxe
52de lo so doce amore.
Or amemo docementi
questo nostro Re novello,
chi per noi è nato in terra
56si como poverello:
ello non à richeze
ni servo ni donzelo;
lo bo e l'asinello
60si ge fan grande honore.
III.
Della epiffania de lo nostro Segnor Jexu Criste.
Cerchemo lo Salvatore
cum li re in compagnia,
chi è nao per nostro amore
4de la vergen Maria.
Andemo a cercar
lo nostro Creatore,
chi è nato per salvar
8tuti li pecaoi.
Li Re cum grande amore
vegnivan da oriente,
cercando humelmenti
12lo Re de gran bairia.
Li Magi si cercavan
Iexu Criste desirao,
et per Ieruxalem spiando
16cum lo cor inluminao:
unde è lo Fantin chi è nao,
chi è Re de li Zuè?
In oriente vimo in ce
20la soa stella, chi è parsua.
O Re turbao monto forte,
Herodes Re marvaxe
et si voreiva dar morte
24a Criste Re de paxe,
digando: a mi si piaxe
che voi l'andei a cercar ;
si lo verrò a adorar
28in vostra compagnia.
li. V. 19. - Preghemora o Preguemoradoyrthhc aversi per distinzione del suono gutturale dal palatino. Cosi VI. 35. XV. 8. e altrove an- cora pia gè per piaghe, V. 32. •— anonciao '."aio; cfr. Vili. 56. 58. 1X>52 e altrove. III. V. 13-28. —Queste due strofe nel ras. si ripetono, ma con yjualche differenza, che va qui ritieriu : V. 14. — detirato. V. 15. — spiava». (: cercavan). V. 17. — onde, V. 20. — aporia (:~ia). («) F. Lxvn r. V. n. — lo Re ti i (tas, lie). V. 25. ^ a mi piare, V. 26. — lo andai. Due freghi in croce tra- versano le strofe ripetute, e paiono dello stesso copista, il quale forse erroneamente le avea od testo tradotte dal margine» ove si trovavano, del suo esemplare, in cui figiravano come corresioai delle due altre, poiché infatti le varianti nelle rime (meno desirato : inluminao '. nao) tali le dimostrano. O forse il nostro copisu stesso volle emendare , dopo averle riprodotte , le due atrofie^ Suindi si pentì del suo ardimento (!), e tirò quei uè freghi pudichi. (*) F. Lxvn V.