Pagina:Comeddie.DeFranchi.1830.djvu/423

ziamo. Son dilicata in ogni minima cosarella. Fino le mie calzette hanno da essere della miglior maestra, che si ritrovi a Nimes in Germania.

March. Ahi! ahi! (esclamando forte). Ahi! ahi! adagio mie signore, mi volete trattare così alla peggio! Che modi sono questi? Non avete un poco di carità.

Cat. Che avete? cos'è stato? (con sorpresa).

March. Come! A questa maniera tutte due congiurate contro il mio povero cuore! assalirmi a destra, ed a sinistra. Questo è un violare il gius delle genti. La pugna non è eguale. Io mi metterò a gridare all'assassino.

Cat. (a parte a Mon.). Comme se poreiva spiegâ de megio un Catullo?

Mom. (a parte a Cat.). Ve diggo ch'o l'ha un inzegno, chi passa i confin. Non gh'è nè Catullo, nè Marco Tullo, chi gh'arrive.

Cat.' (al March.) Voi signore avete più paura che male, ed il vostro cuore si dole avanti d'esser scorticato.

March. Vi confesso che il poverino è scorticato da capo a piedi.