Pagina:Comeddie.DeFranchi.1830.djvu/412

SCENA IX.
Marchese, Argentin-na.

Arg. Lustrissimo sciô Marcheize, a momenti saran chì e mæ Patron-ne.

March. Dite loro, che vengano pure aggiatamente, che io sono impatriarcato sopra questa sedia, attendendo il piacere d'ossequiarle (con caricatura).

Arg. Son chì che vegnan tutte doe.


SCENA X.
Marchese, Momiin-na, Catin-na, Trinchetto.

March. (Dopo averle salutate profondamente con caricatura). Padrone mie riverite, sarete senza dubbio sorprese del tracotante ardire, che mi son preso di venire in persona a tributarvi i miei riverenti, ed umili ossequiosi rispetti: ma dovete attribuirne la colpa all'aligera trombettiera dell'orbe terraqueo, vale a dire la fama, che ha fatto risuonare le vostre lodi da Batro a Tile, da Tile a Batro, encomiando la bellezza, la virtù, le doti inalterabili di voi erroine gentili del nostro emisfero. Quella noja, che vi reco è un contrattempo, che vi vien fatto