magni dei poeti. Ond'è che nel grande fondo della poe sia malinverniana l'occhio acuto del critico può discer nere, quasi ricamo finissimo, gli atteggiamenti e le fat tezze che vi hanno lasciato i lirici antichi e moderni coi quali la mobile psiche ha conversato, dal vecchio Ora zio al Fantoni innovatore di metri e di movenze poeti che, al Carducci e al Pascoli. Osservate ora come si stende ampia la lira dialettale del Malinverni. Egli non somigliò mai al zuppista foto grafato da Orazio, chorda qui semper oberrat cadem. Pure minor numero di corde armava la lira del Guar dando all'avvenire. Ma quale profondo sentimento di genovesità, fuso in quello della patria e della vasta umana famiglia, quale moderno senso di pietà pei miseri e comprensione della delicata psicologia del fanciullo! Meglio che nelle pubblicazioni della Società di storia patria rivive e palpita Genova medievale in Zena vegia, evocata in quel martelliano che il nostro autore restituì riabilitato alla lingua e al dialetto. Il poeta che osa (l'arte redime l'ardire) il mirabile sonetto Sottovoxe, è il poeta del lare domestico, di cui raccoglie con sinceri tà grande le voci, i sensi, le memorie, gli affetti. La nin na-nanna I Remaggi è senz'altro un piccolo capolavo ro. Sotto questo rispetto della psicologia infantile, della intuizione del vero parecchie altre poesie, come Mario netti, possono dirsi perfette o quasi. Da San Barnaba per potenza rappresentativa non teme il confronto del Pascoli o di chicchessia. Belle le poesie famigliari, bel IX
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